Buongiorno a tutti.
Questo è la mia prima recensione per una mostra. Come vedrete non si tratta propriamente di una mostra dedicata alla nona arte ma sicuramente qualcosa che ci interessa molto.
L’arte di svolge a cura della Walt Disney Animation Research library con la collaborazione scientifica di Federico Fiecconi. Il team dei curatori della Walt Disney Animation Research Library è composto da Fox Carney, Tori Cranner, Tamara Khalaf, Kristen McCormick e Mary Walsh.
La storia completa della Walt Disney Company ve la risparmio perché la potrete trovare in rete. Cerco qui di riassumerne la storia inserendo le immagini più significative per noi collezionisti.
Basti dire che Topolino fu creato nel 1928 con un cartone animato muto Plane Crazy e successivamente con il primo sonoro sincronizzato con Steamboat Willie trasmesso al Colony Theatre di New York il 18 novembre 1928. All’inizio Walt e Roy (fratelli) inventarono Oswal il coniglio fortunato ma la loro fortuna fu quando, insieme al loro capo animatore Ub Iwerks inventarono un personaggio che in origine volevano chiamare Topo Mortimer ma, anche per l’insistenza della moglie di Walt Lillian, chiamarono Mickey Mouse (Topolino). Lo Studio poi produsse i personaggi della famiglia di Topolino: Minni, Paperino, Pippo e Pluto.
Si arriva all’intuizione di Walt di combinare la musica e l’animazione a produrre Biancaneve e i sette nani del 1937.
Nella mostra sono esposti degli autentici capolavori. Grazie al successo di Biancaneve e i sette Nani tutti gli artisti si trasferirono nella nuova sede della Walt Disney a Burbanks. Biancaneve e i sette nani, primo lungometraggio animato musicale costò la bellezza di 1.490.000 dollari dell’epoca.
Qui alcuni disegni sicuramente spettacolari e storici di Biancaneve.
Nel 1940 fu lanciato Pinocchio
Pinocchio è un libro scritto da Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, nel 1881. All’inizio nel primo libro il bambino-burattino cattivo fa una brutta fine per mano del Gatto e della Volpe ma i lettori chiesero di modificare la storia cosicchè Collodi scrisse altri 21 capitoli dove Pinocchio potè redimersi. Nel 1883 il nuovo volume ebbe un immediato successo Internazionale. Disney adattò Pinocchio a un lungometraggio con l’aiuto di giovani animatori come Ward Kimball (Grillo parlante) e Milt Kahl (Il Burattino). Geppetto fu animato da Art Babbitt e Fred Moore mentre le splendide scenografie furono realizzate da Albert Hurter e Gustav Tenggren. Malgrado l’origine Italiana della storia i dettagli delle scene richiamavano L’Europa del nord.
Guardate alcune delle cose in mostra.
È del 1940 anche quello che viene considerato il Capolavoro di Walt Disney: Fantasia.
Si tratta di una nuova forma di lungometraggio dove disegni, storia e musica si intrecciano generando un vero capolavoro.
Disney incaricò il celebre maestro Leopold Stokowsi di dirigere la Philadelphia Orchestra per la registrazione dei brani. Si tratta di otto episodi
- Toccata e fuga in Re minore di Johann Sebastian Bach. Riprese liveaction dell’orchestra illuminata di blu e oro, sostenuta da ombre sovrapposte, si dissolvono in disegni astratti. Linee animate, figure e formazioni nuvolose riflettono il suono e il ritmo della musica.
- Lo schiaccianocidi Pëtr Il’ič Čajkovskij. Selezioni dal balletto di Čajkovskij sottolineano scene raffiguranti l’alternarsi delle stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Vengono presentate una varietà di danze con fate, funghi, pesci, fiori e foglie, tra cui Danza della Fata Confetto, rappresentato con delle fatine alle prese con i fiori, Danza cinese, con dei funghetti che ballano, Danza degli zufoli con delle ninfee capovolte, Danza araba con dei pesciolini somiglianti a Cleo, pesciolina del coevo classico Disney Pinocchio, Danza russa, con dei cardi e viole del pensiero danzanti e Valzer dei fiori, con le fatine dell’autunno e dell’inverno.
- L’apprendista stregone di Paul Dukas, basato sull’omonima ballata del 1797 scritta da Goethe. Topolino, il giovane apprendista del potente stregone Yen Sid, prova alcuni dei trucchi magici del suo maestro, ma non sa come controllarli.
- La sagra della primaveradi Igor’ Fëdorovič Stravinskij. Una storia visiva delle origini della Terra è raffigurata su sezioni selezionate del balletto. La sequenza prosegue dalla formazione del pianeta verso le prime creature viventi, seguite dal regno e l’estinzione dei dinosauri.
- Intervallo/Incontra la Colonna Sonora. I musicisti dell’orchestra si allontanano e viene mostrato il cartello del titolo. Dopo la pausa vi è una breve jam session di musica jazz guidata da un clarinettista mentre i membri dell’orchestra ritornano. Quindi viene presentata una dimostrazione umoristicamente stilizzata di come il suono viene reso in un film. Una colonna sonora animata “personificata”, inizialmente una linea retta bianca, si trasforma in forme e colori diversi in base ai suoni riprodotti.
- Sinfonia n. 6 “Pastorale” di Ludwig Van Beethoven. Un mitico mondo dell’antica Grecia con Pegasi, unicorni, cupidi, centauri, fauni e altre figure della mitologia classica viene rappresentato sulla musica di Beethoven. Un incontro per una festa in onore di Bacco, il dio del vino, viene interrotto da Zeus che crea un temporale e lancia fulmini ai partecipanti.
- Danza delle ore di Amilcare Ponchielli. Un balletto comico in quattro sezioni: Madame Upanova e i suoi struzzi (mattino); Giacinta l’ippopotamo e le sue servitrici (pomeriggio); Elephanchine e la sua compagnia di elefantesse che soffiano bolle di sapone (sera); Ben Ali Gator e il suo gruppo di alligatori (notte). Il finale mostra tutti i personaggi che ballano insieme finché il loro palazzo non crolla.
Una notte sul Monte Calvo di Modest Petrovič Musorgskij e Ave Maria di Franz Schubert. A mezzanotte il malvagio demone Chernabog richiama gli spiriti maligni e le anime inquiete dalle loro tombe. Gli spiriti danzano e volano in aria finché il suono di una campana li riporta indietro, mentre la notte fa posto all’alba. Si sente un coro cantare l’Ave Maria mentre una fila di monaci con le torce accese cammina attraverso una foresta e nelle rovine di una cattedrale.
Purtroppo lo scoppio della seconda guerra mondiale ridusse notevolmente i profitti. Dal 1940 al 1950 fu prodotto un solo lungometraggio Bambi. Nella mostra non ci sono disegni o riferimenti a questo cartone.
L’azienda si riprese solo nel 1950 con Cenerentola.
Si tratta di una fiaba classica dove la prima versione sembra essere del IX secolo e narra la storia della Cinese Yeh-hsien che sposando un Re trionfa sulla perfida matrigna e sulla sorellastra grazie a una pantofola d’oro perduta fuggendo. INCREDIBILE!!!!!!
La versione Disney è basata sulla versione di Charles Perrault del 1667. Cenerentola è l’unico film Disney che abbia riunito tutti gli animatori chiave di Walt Disney, detti scherzosamente i “nove vecchi”.
Il miglioramento del processo di produzione delle animazioni fu la tecnologia Xerox che permetteva di trasferire i disegni direttamente sui fogli di acetato senza doverle inchiostrare.
Si pasa al 1989 con il film La Sirenetta che vide, dopo un periodo di declino, la rinascita della Disney.
Da allora il passo successivo è stato lo sviluppo di un sistema digitale di inchiostrazione e coloritura che eliminò i fogli di acetato. Con l’acquisizione della Pixar si arriva al 2013 con Frozen-Il regno di ghiaccio dove come potete vedere le immagini sono completamente digitalizzate.
Nel 1845 Hans Christian Andersen pubblico La Regina delle nevi una fiaba in sette storie. Durante il progetto il team Disneu esplorò sette possibili storie prima di trovare quella giusta. Il magico scenario di un palazzo di ghiaccio, lo stile di Eyvind earle nelle scenografie, e la musica e i testi di Robert Lopez e Kristen Anderson-Lopez lascia un profondo impatto negli spettatori.
L’invito a vedere la mostra è mitigato solo da un prezzo del biglietto veramente esoso 17 euro…….Buona visione!